Il progetto è del Joint Commission Italian Network

Gli infermieri sono i professionisti sanitari che registrano la migliore compliance( 82%) al lavaggio delle mani.  Mantenere alta l’attenzione, sostenendo comportamenti sicuri, genera un impatto positivo per la qualità e sicurezza del paziente.

Alle 11.30 di questa mattina, 28 novembre 2019,  ha avuto inizio la Tavola Rotonda “L’igiene delle mani: il progetto di benchmarking di Joint Commission Italian Network”, condotta da Filippo Azzali – coordinatore nazionale del Network.

Numerose rilevazioni hanno messo in evidenza come la media del consumo di soluzioni idroalcoliche per l’igiene delle mani all’interno delle strutture sanitarie in Italia sia di soli 15 ml per paziente al giorno, al di sotto del minimo raccomandato dall’OMS (20 ml per paziente al giorno). 

Questi dati allarmanti ha dichiarato Filippo Azzali – sono uno dei motivi che ci ha spinto a portare avanti un benchmark sul livello di compliance tra le organizzazioni sanitarie aderenti al Network. Il lavoro, che oggi presenteremo con grande orgoglio si inserisce tra l‘altro in un più ampio progetto di ricerca su come i comportamenti organizzativi e la leadership possano influenzare i risultati di compliance all’interno di una struttura sanitaria”.


IL PROGETTO

Dopo una breve introduzione durante la quale sono state presentate le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sul lavaggio delle mani e i relativi standard Joint Commission, Laura Lodetti – CEO di Progea – ha illustrato il progetto di benchmarking portato avanti dal Joint Commisision Italian Network, specificando le modalità di partecipazione da parte delle organizzazioni e il metodo utilizzato per il rilevamento dei dati.

Attraverso un protocollo condiviso da tutte le strutture, è stato realizzato uno strumento di benchmark con lo scopo di definire e costruire processi di miglioramento dei livelli di compliance fondati su dati reali. L’analisi è stata effettuata su circa 65.000 rilevazioni nei periodi settembre – dicembre 2017 e settembre – dicembre 2018 da 16 organizzazioni sanitarie italiane aderenti al Network che hanno scelto di partecipare al progetto: AOU Meyer; AOU Udine; ASST Cremona; ASST Spedali Civili di Brescia; Centro Chirurgico Toscano; Fondazione Maugeri; Fondazione Poliambulanza – Istituto Ospedaliero; Humanitas Centro Catanese di Oncologia; Humanitas Gavazzeni; Humanitas Research Hospital; Istituto Europeo di Oncologia; Istituto G. Gaslini; Istituto Nazionale dei Tumori; Ospedale Pediatrico Bambino Gesù; Ospedale San Raffale; Policlinico P. Gemelli.


La disclocazione delle strutture aderenti al progetto sul territorio nazionale


I RISULTATI

I dati rilevati dalle singole organizzazioni sono stati raccolti utilizzando l’Observation Form redatto dal WHO che identifica i 5 momenti per il lavaggio delle mani. La raccolta dei dati è avvenuta attraverso osservazioni sul campo. Il campione minimo di osservazioni per ogni organizzazione è stato di almeno 210 al mese per tutta la durata della sperimentazione. La successiva analisi, realizzata da un team di esperti guidato dalla Lodetti, ha messo in luce che:

  • La continuità delle osservazioni nel tempo migliora complessivamente la compliance. Il che evidenzia che mantenere alta l’attenzione sostenendo comportamenti sicuri genera un impatto positivo per la qualità e sicurezza del paziente.
  • La figura professionale che rileva la migliore compliance è quella dell’infermiere (82%)
  • L’analisi dell’aderenza nei singoli momenti evidenzia che la consapevolezza del rischio associato all’igiene delle mani migliora le compliance (ad esempio, la compliance minore – 66% – si registra “dopo il contatto con ciò che sta attorno al paziente”)
  • La necessità di tenere sotto monitoraggio tutti i setting, non solo le aree di degenza (ad esempio i servizi, il Pronto Soccorso e le sale operatorie).
Laura Lodetti e Filippo Azzali al 14° Forum Risk Management

Laura Lodetti illustra i risultati delle rilevazioni


Il CONFRONTO PER MIGLIORARSI

I dati raccolti presentano una situazione difforme all’interno delle organizzazioni con livelli di compliance diversi ma rappresentano una base di partenza e di confronto per migliorarsi.

La possibilità di analizzare i dati in relazione alla figura professionale, all’area clinica di riferimento, al momento dà l’opportunità all’organizzazione di mettere in atto azioni correttive specifiche anche con la possibilità di comparare le proprie performance con quelle delle altre strutture.

Questo è di certo un progetto di miglioramento che può essere giudicato di grandissimo interesse, perché fornisce informazioni molto utili per il confronto delle performance con un investimento in proprio di ciascuna organizzazione. “È la testimonianza di come misurare e confrontarsi siano elementi che “ripagano” gli investimenti di ciascuna organizzazione”ha dichiarato Azzali.

Alla luce di quanto emerso, ciascuna struttura potrà infatti studiare progetti da mettere in atto nel prossimo futuro per migliorare i propri livelli di compliance.

Il progetto sull’igiene e lavaggio delle mani nasce dall’idea che solo grazie al confronto delle buone prassi e alla misurazione dei risultati le nostre strutture sanitarie possono realmente migliorarsi e garantire processi di cura più sicuri ed efficaci. Consentire alle organizzazioni di confrontarsi su temi così importanti e discutere insieme su come migliorare è un obiettivo sfidante. La sfida più difficile è certamente mettere a sistema i processi di miglioramento delle organizzazioni, indagandone i fattori critici di successo (sia a livello di comportamenti organizzativi, sia di prassi e processi clinici) per permettere di raggiungere un livello di replicabilità e generare una maggiore cultura della sicurezza e qualità delle cure. Tutto ciò tenendo ovviamente conto delle peculiarità delle singole organizzazioni” – conclude Filippo Azzali.

Alla Tavola Rotonda hanno preso parte anche Elena Azzolini – Humanitas Research Hospital, Marta Ciofi degli Atti – Ospedale Pediatrico Bambin Gesù e Ubaldo Rosati – Ospedale Pediatrico G. Gaslini che hanno illustrato alla platea l’esperienza di partecipazione al progetto da parte delle relative organizzazioni.