La rilevanza negli ospedali e nel territorio di disporre di validi percorsi diagnostici e terapeutici è un’evidenza.
I protocolli che ne derivano, quindi, non devono essere interpretati in modo rigido e vincolistico. Essi devono essere considerati come criteri guida anche al fine di generare qualità di cura di elevata qualità, coordinamento tra i professionisti, miglioramenti sistematici nella specifica organizzazione, criteri di riferimento per tutti e soprattutto guida per i neo inseriti.
Tutto questo è ampiamente analizzato da numerosissima bibliografia internazionale. Infatti, un tema però talora non emerge con adeguata importanza: gli aspetti organizzativi. Forse perché i professionisti non sopportano più la burocrazia o forse perché è evidente il prevalere degli aspetti tecnici e specialisti. Fatta sta che si sottovaluta la rilevanza di tutti quegli aspetti di processo che permettono poi in concreto di realizzare nelle organizzazioni in modo organico e poco faticoso quanto previsto dal PDTA.
Progea, sulla base della esperienza maturata in questi anni nei processi di accreditamento di JCI, ha provato ad individuare una serie di indirizzi di natura organizzativa che possono aiutare a generare non solo un radicamento dei PDTA nella realtà organizzativa, ma soprattutto un approccio o in grado di valorizzare la professionalità di tutti gli operatori coinvolti.
Migliorare i percorsi di cura è fondamentale per il successo di una organizzazione sanitaria, e una clinical governance solida deve avvalersi di un approccio adeguato e non casuale, che investe la piena responsabilità dei professionisti e contemporaneamente sviluppi un approccio organizzativo utile a sostenere questa loro responsabilità.
Disporre di criteri per sostenere i percorsi di cura serve a garantire:
- un ambiente più sicuro per pazienti e professionisti;
- una maggiore attenzione ai bisogni del paziente e dei suoi familiari;
- la diffusione di una cultura più orientata all’analisi dei dati e dei report che sintetizzano qualità, efficacia e efficienza della prassi clinica;
- un maggior coinvolgimento dei professionisti e dei responsabili clinici nella gestione della qualità e della sicurezza;
- un più elevato successo nella realizzazione dei percorsi di cura con risultati migliori dal punto di vista clinico e con un più razionale utilizzo delle risorse
Quali sono i contenuti che suggeriamo?
- Il ruolo del process owner, di chi coordina il processo e il suo ruolo nel miglioramento;
- le condizioni necessarie per ridurre il rischio clinico;
- la condivisione del percorso tra professionisti, organizzazione e pazienti;
- indicatori per il monitoraggio del percorso;
- un piano sistematico per il miglioramento del percorso;
- leadership e orientamento professionale.
Tutto ciò può aiutare sia a costruire che a verificare i percorsi di cura e quindi generare un clima organizzativo positivo orientato al miglioramento e alla valorizzazione delle capacità professionali.