Intervista a Mario Faini, CEO di Progea.

Da oltre 30 anni Progea progetta e realizza percorsi formativi specialistici nell’ambito del management per le organizzazioni sanitarie, della qualità e accreditamento, della gestione del rischio, e dell’organizzazione e valutazione del personale.

La lunga esperienza nella realizzazione di eventi formativi basati sulla cultura Joint Commission permette a Progea di proporre percorsi formativi capaci di rispondere alle diverse necessità delle organizzazioni sanitarie e dei loro professionisti che vogliono investire nel miglioramento continuo della qualità e del lavoro.

Abbiamo chiesto a Mario Faini, CEO di Progea, di rispondere ad alcune domande sull’importanza della formazione manageriale e sui vantaggi che essa apporta all’interno dell’organizzazione sanitaria.

Perché è necessario per un’organizzazione sanitaria investire sulla formazione e sulle competenze dei professionisti?

“Le organizzazioni sanitarie non sono come le altre organizzazioni: la straordinaria concentrazione di elevate professionalità le rende un “luogo” in cui è particolarmente importante investire in sistemi di gestione e valutazione delle competenze dei professionisti.

Foto Mario Faini - CEO Progea

Mario Faini, CEO Progea

Le competenze necessarie a gestire questa complessità non sono solo di tipo tecnico – specialistico ma anche di tipo manageriale e comunicativo – relazionale: la complessità e la differenziazione richiamano infatti un forte fabbisogno di integrazione ed è proprio per questo motivo che il management – nelle organizzazioni sanitarie – diventa un elemento centrale per il cambiamento e per il raggiungimento degli obiettivi di qualità, efficienza ed economicità, che riforme, leggi regionali, ed evoluzione continua del know how e dei bisogni dei cittadini pongono alla base del funzionamento del sistema sanitario.

I ruoli manageriali all’interno delle organizzazioni sanitarie italiane diventano così il vero fattore critico di successo. Si tratta di quei ruoli capaci di:

  • costruire politiche orientate al futuro,
  • rinforzare il management professionale,
  • definire obiettivi e raggiungerli ottimizzando l’utilizzo delle risorse,
  • promuovere la professionalità,
  • costruire sistemi di valutazione che premino i risultati e valorizzino le competenze.

Sono queste – sinteticamente – le principali sfide a cui sono chiamati oggi a dare risposta i manager delle organizzazioni sanitarie”.


 Quali sono i vantaggi che la formazione manageriale può apportare all’interno delle moderne organizzazioni sanitarie?

“La formazione manageriale deve essere capace di sviluppare strumenti per far crescere un management che sappia analizzare i contesti, che sia orientato a potenziare le proprie capacità di lettura ed ascolto, che sia disposto a cogliere le opportunità e a interpretare le politiche, calandole concretamente nei complessi meccanismi delle organizzazioni sanitarie.

Formare i professionisti sanitari sulle competenze manageriali significa lavorare, investire e concentrarsi sulla capacità di applicare le conoscenze organizzative, sviluppare capacità interpretative dell’ambiente aziendale ed esterno, applicare strumenti gestionali con professionisti che – molto spesso – sono abituati a coltivare altre tipologie di competenze, più orientate ad ambiti tecnico – specialistici.

Lavorare sulle competenze manageriali vuol dire quindi affrontare un processo articolato che coinvolge il singolo individuo nell’organizzazione che, partendo dal proprio know how (aiutato dalla formazione manageriale), cerca di affrontare il futuro e di portare cambiamento ed innovazione: non un cambiamento qualsiasi, ma un cambiamento mirato a migliorare i risultati nell’erogazione del servizio agevolando gli operatori e gli utenti in un contesto – come al solito – caratterizzato da risorse limitate”.


Sulla base della sua esperienza, qual è ’attività formativa che meglio si presta al miglioramento e allo sviluppo delle competenze manageriali per i professionisti sanitari?

Le competenze manageriali di professionisti propensi culturalmente ad investire su competenze specialistiche ed abituati ad esaltare questa area rispetto alle altre classiche aree delle competenze, possono essere migliorate attraverso una attività formativa particolare: il lavoro sul campo.

Affinché la formazione sia efficace, è necessario affiancare alla classica formazione d’aula, una attività formativa di tipo attivo, che coinvolga i partecipanti in progetti sul campo capaci di portare il professionista – costantemente supportato da tutorship – a confrontarsi con problemi reali, concreti e capaci di trasformare le conoscenze in competenze.

“Lo sforzo da realizzare – per chi come noi si occupa di formazione – è quello di trovare soluzioni concrete a problemi reali presenti all’interno delle organizzazioni. In questo senso, i project works sono uno strumento di formazione insostituibile che consente ai discenti – attraverso il lavoro sul campo – di ottenere risposte applicabili all’interno delle strutture in cui operano.

I project work devono però essere fortemente ancorati alla realtà e ai bisogni delle organizzazioni sanitarie che li “ospitano”. Devono essere una risposta concreta ad un bisogno reale che l’organizzazione ha. Solo così questi progetti possono avere una valenza di esperienza capace di far crescere le competenze del professionista; solo il forte ancoraggio alla realtà proporrà una sfida al discente che sarà chiamato a trovare soluzioni reali al bisogno esistente che l’organizzazione sanitaria “ospitante” esprime.

Questo approccio è forse l’unico immaginabile in contesti nei quali le competenze sono il vero fattore di successo, per attività e servizi basati su un know how che affonda le proprie radici all’interno di esperienze formative e di applicazione pratica delle conoscenze molto impegnative e approfondite.

Così come i professionisti si impegnano in lunghi anni di studio e di applicazione a metodologie e prassi clinico, diagnostico terapeutiche ed assistenziali, acquisendo competenze distintive (alle quali i sistemi di accreditamento dedicano attenzione e strumenti come i privileges o clinical competence, le Job description individuali o le job family nel mondo infermieristico, tecnico ed assistenziale), allo stesso modo è necessario costruire e applicare strumenti utili allo sviluppo di competenze per i manager intermedi e per le direzioni strategiche”.