A Firenze per parlare dell’importanza delle Clinical Competence all’interno delle organizzazioni sanitarie.

Si è tenuto lo scorso 28 giugno presso l’AOU Meyer di Firenze l’incontro del Joint Commission Italian Network dedicato alle “Clinical Competence”.

E’ stata l’occasione per discutere, insieme alle oltre 30 organizzazioni aderenti al Network, l’importanza del conferimento degli incarichi professionali con esplicito riferimento alle competenze clinico – assistenziali del professionista.

L’analisi portata avanti è partita da due considerazioni:

  1. L’importanza per una struttura sanitaria di avere un processo mappato per identificare le competenze e conseguentemente poter assegnare ad ogni paziente il professionista più adatto ai suoi bisogni clinico-assistenziali;
  2. In un periodo in cui la disponibilità di medici è insufficiente rispetto al fabbisogno può aver senso parlare di Clinical Competence e assegnazione di incarichi professionali? Assolutamente sì!Rispetto a questi punti, sono state 3 le questioni di fondo analizzate:
  1. Le competenze professionali sono determinanti per la qualità dei servizi sanitari. L’appropriatezza, la qualità dei servizi e delle prestazioni dipendono sicuramente dalle competenze cliniche dei professionisti, ma non solo.
  2. Le organizzazioni devono quindi occuparsi delle competenze dei professionisti altrimenti non presidiano una parte significativa delle determinanti della qualità.
  3. La relativa scarsità di professionisti genera la necessità di un governo più attento e “programmato” di queste competenze.

IL CONFERIMENTO DEI PRIVILEGES

Diversi studi hanno evidenziato l’impatto significativo dei Privileges sui sistemi di gestione del rischio: tra i fattori contribuenti al verificarsi degli eventi sentinella, tramite analisi retrospettive delle cause profonde (RCA), è emersa in modo evidente la mancata applicazione di criteri espliciti di autorizzazione dei singoli medici a svolgere determinate procedure o attività sanitarie, con impatto negativo sulla qualità dell’assistenza sanitaria. Appare evidente come, – in un’ottica di integrazione tra patient safetyvalutazione e formazione – questa prerogativa del nostro sistema debba essere migliorata, favorendo lo sviluppo e applicazione di strumenti che consentano di rendere più efficacemente valutabile quest’aspetto della qualità dell’assistenza.

Secondo gli standard di Joint Commission International, per colmare questo problema e tutelare la sicurezza del paziente è importante prevedere un processo di conferimento ai medici dei Privileges (standard JCI SQE.10), il processo attraverso il quale l’organizzazione sanitaria autorizza un professionista medico ad eseguire determinate prestazioni sanitarie in termini di aree cliniche e contenuti delle prestazioni, sulla base di una valutazione delle credenziali e delle performance del professionista.

Da quasi 20 anni le organizzazioni accreditate da JCI in Italia si confrontano con questo tema e il 28 giugno è stata l’occasione per analizzare le fasi del percorso che conduce al conferimento dei Privileges.


L’IMPORTANZA DELLE CLINICAL COMPETENCE

Durante l’incontro,  aperto con i saluti di Filippo Azzali – Coordinatore Joint Commission Italian Network – Mario Faini esperto in Organizzazione e Valutazione del personale ha presentato una relazione sull’importanza di utilizzare le Clinical Competence all’interno delle organizzazioni sanitarie italiane.

Poter definire qual è il professionista più adatto allo specifico bisogno del paziente, poter dare responsabilità ai propri collaboratori motivandoli nel loro percorso di crescita, saper collegare la formazione alla crescita professionale: ecco alcuni dei principali obiettivi che si possono realizzare con un ritmico sistema di sviluppo delle competenze cliniche. Al centro dell’attenzione, quindi, la possibilità di avere un serio e solido sistema di governance per l’organizzazione e di aumentare sensibilmente la sicurezza per i pazienti a cui garantiamo di assegnare professionisti competenti rispetto al loro bisogno.

L’incontro è poi proseguito con la condivisione delle esperienze dell’APSS di Trento e della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli,  da parte di Maria Grazia Allegretti e Silvia Pedrolli, per la prima organizzazione, e Daniele Piacentini, per la seconda. Sono stati presentati i differenti Sistemi di Mappatura delle Competenze predisposti all’interno delle due  strutture. Entrambe le esperienze hanno sottolineato l’utilità delle Clinical Competence quale strumento di valutazione, programmazione e governo clinico all’interno delle organizzazioni sanitarie.

La condivisione di esperienze e lo scambio di opinioni e spunti di riflessione avvenuti anche grazie ai gruppi di lavoro avviati durante l’incontro, sono stati l’inizio di un processo volto a comprendere la situazione attuale, verificare i punti di forza e di debolezza, raccogliere idee e suggerimenti per un progetto ambizioso: la pubblicazione nei prossimi mesi di un Position Paper sul tema del conferimento degli incarichi professionali basati sulle Clinical Competence.